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Il Mare in 3D

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03/11/2017 - Articoli, Notizie

Dalla Gorgone ai sacchetti di plastica: la storia controversa delle meduse

Dalla Gorgone ai sacchetti di plastica: la storia controversa delle meduse
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Si tratta di una delle specie più antiche sul nostro pianeta tuttavia, a causa delle sue particolarità, è anche una delle meno conosciute e come accade i questi casi è oggetto di false credenze. Oggi ricorre il Jellyfish Day e vogliamo riportare alcune informazioni utili sulle meduse.

La forma di questa creatura marina ricorda vagamente un ombrello e, grazie a questa struttura, le meduse riescono a muoversi aunomamente in acqua sfruttando le contrazioni ritmiche dell’ombrella. Inoltre sul margine dell’ombrella si trovano i tentacoli, filiformi e urticanti, di numero vario a seconda della specie. 

E proprio a causa della sua forma questa specie ha prestato il nome a una delle tre Gorgoni, quella mortale e uccisa da Perseo che le tagliò la testa mentre dormiva. La Medusa della mitologia tuttavia era un mostro orribile, con la testa ricoperta di serpenti, zanne di cinghiale, mani di bronzo, occhi scintillanti e sguardo che impietriva al minimo contatto visivo, una pesante eredità che ancora oggi perseguita questa specie troppo spesso giudicata negativamente dall'uomo a causa delle sue proprietà urticanti.

Successivamente il mito fece di Medusa una fanciulla rivale di Atena a causa della bellezza della chioma, che la dea punì modificandone i capelli in serpenti tuttavia a duemila anni di distanza dalla creazione del mito le meduse continuano a moltiplicarsi, soprattutto nel Mar Mediterraneo dove in sei anni, dal 2009 al 2015, gli avvistamenti lungo le coste italiane sono decuplicati, con un picco nel 2013 come riporta Repubblica in un articolo del 16 luglio 2017 che potete trovare qui.

Secondo i risultati di 'Occhio alla medusa', un progetto di ricerca nato dall'università del Salento, in collaborazione con Marevivo, nel 2009 erano solo 300 le meduse avvistate sulle coste italiane mentre nel 2015 erano oltre 3000 "con i dati sulla proliferazione passati da 140 a oltre 1.200". 

Il motivo dell'aumento delle meduse va cercato nel riscaldamento globale che ne favorisce la proliferazione e l'immissione di speci aliene anche nel Mediterraneo. Inoltre è accertato che le meduse non cercano acque pulite per andare a caccia di cibo e l'inquinamento umano non ha alcun effetto su questa specie, possiamo trovarle sia in acque pulite che in zone ad altissima concentrazione di rifiuti come i porti.

Tuttavia in quanto parte integrante di molte catene alimentari dell'oceano molto spesso causano indirettamente l'avvelenamento da plastica di migliaia di animali che ogni anno confondono le meduse con i sacchetti di plastica dispersi in acqua. Le tartarughe, per esempio, sono tra le specie che più subiscono questa sorte.

I danni derivanti dall'ingestione di plastica sono vari ma tutti dannosi, si passa dalla morte certa entro poche ore dall'ingestione alla grave compromissione di salute per colpa dei rifiuti incastrati nell'intestino che possono soffocare l'animale oppure avvelenarlo a causa del rilascio di sostanze tossiche. Una situazione destinata a peggiorare se non verranno adottati dei sistemi per ridurre la quantità di plastica in mare. Tragico destino per una specie apparsa sul pianeta oltre 600 milioni di anni fa e mai del tutto compresa dagli esseri umani. 

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