Scopo
Il progetto “Il Mare in 3D” nasce con lo scopo di recuperare, riciclare e riutilizzare materiale plastico vario - sia PET raccolto durante attività di rimozione di rifiuti dalle spiagge che il nylon delle reti da pesca dismesse - per trasformarlo, mediante la stampa 3D, in oggetti utili per far comprendere la fragilità dell’ambiente marino e l’importanza della sua conoscenza e tutela. La stampa 3D offre enormi opportunità e sta portando a rapidi cambiamenti nel modo di progettare e soprattutto nel produrre gli oggetti che ci stanno intorno grazie al digitale.
Il Mar Ligure, soprattutto lungo la costa di ponente, è caratterizzato dalla presenza di ampi golfi con spiagge sabbiose alternati da promontori con falesie rocciose e due isole. Ampie bancate rocciose, denominate beach-rock o spiagge fossili, si presentano lungo il litorale tra Pietra Ligure e Noli. In questi fondali l’habitat pregiato del pre-coralligeno si trova a pochi metri da riva, offrendo l’opportunità a grandi e piccoli di esplorare questi ambienti sommersi fragili e ricchi di biodiversità praticando lo snorkeling.
Purtroppo queste aree, ospitando risorse di interesse per la pesca, spesso sono impattate dagli attrezzi da pesca abbandonati sia dai professionisti (reti e nasse) che dai dilettanti (lenze). Inoltre le spiagge prospicienti il litorale con le beach-rock sono molto frequentate dai turisti che spesso, per scarsa coscienza civica, abbandonano sulle spiagge rifiuti di ogni tipo.
Negli ultimi anni tale problema è stato riconosciuto a livello mondiale, e molte sono le esperienze per un corretto e sostenibile riutilizzo dei rifiuti e delle reti dismesse (creando ad esempio abbigliamento, scarpe da ginnastica, pavimentazione e giocattoli).
Allo stesso tempo la perdita di biodiversità degli ecosistemi marini è stata contrastata anche attraverso la promozione della cultura naturalistica e l’aumento della sensibilità nei confronti della tutela del mare attraverso campagne di educazione ambientale nelle scuole e promozione di attività che portano il grande pubblico a contatto con l’ambiente marino come ad esempio lo snorkeling naturalistico.