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Il Mare in 3D

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05/05/2017 - Articoli, Notizie

La sostenibilità va in crociera

La sostenibilità va in crociera
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In seguito alla pubblicazione della 'normativa comunitaria sulla gestione dei rifiuti' la Commissione Europea ha lanciato il progetto 'Sustaintable Cruise' di cui Costa Crociere è stata capofila mettendo a disposizione Costa Pacifica in qualità di nave pilota.

Nel 2008 l'Unione Europea ha approvato la 'normativa comunitaria sulla gestione dei rifiuti' che stabilisce un quadro giuridico per il trattamento dei rifiuti all'interno dell'Unione, studiato in modo da proteggere l’ambiente e la salute umana. Come riporta il sito EUR-Lex 'la produzione di rifiuti è stata a lungo considerata come un inevitabile e imprescindibile sottoprodotto dell’attività economica e della crescita'. Grazie alle tecnologie moderne e a pratiche di allevamento attente, tale collegamento ciclico può essere spezzato. Infatti la normativa sottolinea l’importanza dell'utilizzo di tecniche di gestione adeguate volte a ridurre le pressioni sulle risorse e a migliorare il loro uso.

Seguendo il solco tracciato da questa normativa, tra il 2011 e il 2014, la Commissione Europea ha finanziato il progetto 'Sustaintable Cruise' di cui Costa Crociere è stata capofila mettendo a disposizione Costa Pacifica in qualità di nave pilota. L’iniziativa ha promosso, per la prima volta in ambito crocieristico, l’applicazione di modelli gestionali e di tecnologie innovative nella regolamentazione dei rifiuti a bordo, al fine di migliorare il contributo del settore marittimo all’impegno europeo contro il cambiamento climatico. Questo progetto segue i punti chiave della normativa che sono: 

  • Stabilire una gerarchia dei rifiuti: prevenzione, riutilizzo, riciclaggio, recupero per altri scopi, come l’energia e lo smaltimento;
  • Ribadire il principio «chi inquina paga», per cui il produttore iniziale di rifiuti deve pagare i costi di gestione dei rifiuti;
  • Introdurre il concetto di «responsabilità estesa del produttore». Tale misura può includere l’accettazione, da parte del produttore, dei prodotti restituiti e dei rifiuti che restano dopo l’utilizzo di tali prodotti;
  • Distinguere tra rifiuti e sottoprodotti: per sottoprodotto si intende il risultato di un processo di produzione che non era lo scopo primario di tale processo. Diversamente da un rifiuto, deve poter essere utilizzato in seguito.
  • Gestire i rifiuti senza creare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo, la flora o la fauna, senza causare inconvenienti da rumori o odori, o senza danneggiare il paesaggio o i siti di particolare interesse;
  • Obbligare i produttori o detentori di rifiuti di trattarli da soli o consegnarli ad un operatore ufficialmente riconosciuto. Essi hanno bisogno di un permesso e sono ispezionati periodicamente;
  • Le autorità nazionali competenti devono elaborare piani di gestione dei rifiuti e programmi di prevenzione dei rifiuti;
    condizioni particolari si applicano a rifiuti pericolosi, oli usati e rifiuti organici;
  • Introdurre obiettivi di riciclaggio e di recupero da raggiungere entro il 2020 per i rifiuti domestici (50%) e i rifiuti da costruzione e demolizione (70%).

Il progetto Sustaintable Cruise si è concentrato in maniera particolare sui residui biodegradabili, gli imballaggi e la carta con precisi obiettivi da raggiungere come il recupero del valore economico di 1.700 m³ di rifiuti biodegradabili all’anno e la definizione di un piano per la riduzione del 30% degli imballaggi e del 40% della carta. Oltre all’installazione a bordo di un turboessicatore per il trattamento dei rifiuti biodegradabili, alla sostituzione delle bottiglie in vetro con bottiglie in plastica PET riciclabile e all’organizzazione di attività di educazione ambientale sull’uso consapevole della carta, molte delle azioni sviluppate sulle navi hanno consentito di testare in concreto l’applicazione della normativa nazionale ed europea sul tema rifiuti portando alla luce ampi margini di miglioramento. 

Oltre alle azioni da compiere sulla nave le attività di smaltimento devono essere coordinate e integrate con quelle delle strutture a terra. Parte integrante del progetto è stata infatti la creazione di una rete euro-mediterranea di porti dedicata alla cooperazione, nell’ambito della gestione dei rifiuti generalmente smaltiti in porto. Il coinvolgimento delle strutture portuali (52 i porti attivi nel Mediterraneo) ha contribuito concretamente al successo del progetto che, dopo tre anni di sperimentazione, ha consentito di raggiungere importanti risultati sul piano della sostenibilità. 

"Il mercato delle crociere turistiche è in piena espansione nel mondo, in Europa e in Italia, anche perchè l'industria crocieristica sta puntando molto sulla sostenibilità ambientale, sulla riduzione delle emissioni in aria e acqua, con l'investimento in nuove navi 'ecologiche'", ha dichiarato in un recente articolo pubblicato dal Sole 24Ore Tom Fecke, segretario generale per l'Europa di Clia, l'associazione mondiale delle compegnie crocieristiche, che associa 62 società nel mondo con 300 navi, e 28 in Europa, con 270 società fornitrici aderenti.

"Entro il 2020-2022 entreranno in eservizio 70 nove navi oceaniche - prosegue Fecke sempre sul Sole 24Ore - con un investimento compessivo di 48 miliardi di dollari. E tutte queste nuove navi stanno utilizzado tecnologie che minimizzano il consumo di energia e le emissioni. Anche se le navi da crociera sono solo l'1% di tutte le navi che girano per gli oceani, il nostro impulso ecologico sta influenzando anche le flotte mercantili. Un punto importante è che le nostre compagnie utilizzano standard ambientali che in molti casi sono più severi delle regolamentazioni dell'Organizzazione internazionale marittima". 

Gianluca Pedemonte

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